Cos’è un campo diocesano adulti per un presidente parrocchiale?
Non è banale dire che è luogo d’incontro e formazione, perché è esattamente questo, ma è anche un osservatorio privilegiato sulla vita associativa, che è vita di famiglia.
Se, come ha bene affermato la nostra Presidente diocesana Ornella Occhiuto, un’AC che non punta sugli adulti è monca perché sono gli adulti che hanno in cura le fasce più giovani, ed è come ha detto don Sasà, nostro assistente generale, che “gli adulti sono la garanzia della ponderazione” in un’associazione che deve trovare equilibrio tra l’impulsività dei bambini e l’emozionalità dei giovani, tra l’andare e la frenesia del correre… un presidente parrocchiale non può perdere questo appuntamento annuale, perché è qui che misura il benessere associativo e ne fa esperienza per curare l’unitarietà in parrocchia.
Come? Mi piace pensare al presidente come ad un contemplatore di stelle, o se vogliamo di “costellazioni” (per dirla con un termine da campista 2014), uno che le scruta, ne resta affascinato, ne assorbe la bellezza e la riporta nella vita associativa parrocchiale e nel suo quotidiano. Così è solo al campo adulti diocesano che capita di osservare, allo stesso tempo, lo sfavillio brioso di un adultissimo di AC, che non solo insegna la fedeltà e la dedizione all’associazione ma è anche maestro di entusiasmo per i più giovani, e l’innocente bagliore di un piccolissimo che incoraggia i più grandi, fosse anche solo la mamma che non sa come rimontare una molletta rotta: “dai, provaci!”.
In questa esperienza privilegiata del campo adulti diocesano è consegnata ad ogni presidente parrocchiale, nell’incontro tra le diversità delle generazioni, la dimensione della famiglia associativa che è chiamato a servire. Perché, come ha esplicitato don Demetrio Sarica, nostro relatore in questi giorni, “non possiamo pensare di essere figli senza una famiglia; la nostra figliolanza si gioca nell’essere in famiglia”. La famiglia è “la relazione che mi costruisce, facendomi esprimere”; e questa relazione in famiglia è “a servizio della nostra identità”. E poiché in famiglia si impara a dipendere dagli altri rispettandoli per quelli che essi sono, “essere figli è sperimentare la corresponsabilità”.
E se, come è stato detto, “la nostra corresponsabilità è farsi carico dell’azienda di famiglia” e l’AC, come una grande costellazione è anche una “big Family”, ben si capisce come per un presidente parrocchiale sia non solo un “dovere istituzionale” partecipare al campo adulti, ma soprattutto un piacere, il piacere di osservare le stelle, accoglierne i segreti e farsi custode della loro luce.
Maria Grazia
Mai fermi per favore!
Sulla linea dell’invito bello e gioioso e non mieloso di papa Francesco gli adulti di AC, hanno vissuto a Gambarie presso Casa Emmaus il campo estivo.
Posso raccontare solo l’esperienza di due giorni di campo, ma l’atmosfera accogliente e familiare che si respira nel campo Ac, non ti fa sentire mai in ritardo!
Il filo conduttore che ha accompagnato i miei due giorni di campo attraverso le tematiche sviluppate, le esperienze ascoltate, è stato la forza della speranza, la certezza che ciò che hai incontrato diventa la luce dei tuoi passi nella fatica quotidiana del vivere, e lo stare insieme nella famiglia AC, ti fa sentire “chiesa” , nei gesti semplici del pregare insieme, del condividere esperienze, ti dà la certezza che solo se volgi lo sguardo a Cristo la tua vocazione si mette in gioco e non si atrofizza. Il campo AC mi ha fatto vivere concretamente le parole di papa Francesco: Rimanere,Andare, Gioire, quindi l’invito forte ad evitare la tentazione della “quiete”che sottolinea il papa non ha niente a che fare con il rimanere in Gesù, ed evitare anche la tentazione della chiusura e dell’intimismo, Le meditazioni e i suggerimenti di queste giornate che ho cercato di vivere nell’ascolto, hanno risvegliato in me il bisogno di mettermi veramente in cammino, senza grandi pretese perchè il Signore è con noi, finalmente dobbiamo smettere di fare mille ragionamenti, mille progettualità, il Cristo ci chiede semplicemente: se mi ami non avere paura perchè Io sono con Te, ho sperimentato in questi giorni che “ Uscire” andare oltre significa fidarsi di Lui, sentire forte che Cristo è la “Gioia”, e puoi gioire come adulto solo se fai memoria di questa genuinità che nasce dal tuo desiderio di non fermarti ma ricomimciare ogni giorno.
Mimma Calabro'