« A.A.A. CercACI in Famiglia!» non è solo uno slogan per la serata degli adulti di Azione Cattolica, riunitisi il 5 aprile nell'Auditorium della parrocchia del Soccorso, è piuttosto una provocazione che alla fine si rivela un impegno di progetto per tutte le Associazioni parrocchiali.
Infatti, Ornella Occhiuto, presidente diocesana, nella conclusione, sottolinea tale obiettivo come strada di responsabilità per gli adulti, che sono il tessuto portante dell'associazione. Si tratta di cercare strade nuove di ascolto, di accoglienza e di coinvolgimento delle famiglie, di prendersi questo "dolce carico" che non deve significare una ulteriore e sporadica attività ma un progetto di vita da realizzare nella e per la comunità parrocchiale.
La sala è piena e anche la partecipazione è significativa, forse ci si aspettava una maggiore presenza di adulti di prima fascia, i trentenni e i quarantenni. Sono presenti in modo significativo coppie di sposi.
Anche il clima è familiare, soprattutto per la conduzione briosa e simpatica di Lidia Caracciolo, la vicepresidente diocesana per il Settore, che ha iniziato esortando gli adulti di A.C. a ritrovare la vera essenza della famiglia quella che "ridona il sorriso nella vita e nella fede".
La preghiera di inizio, guidata da don Gianni Polimeni, Vicario Generale ed Assistente del Settore, pone al centro il brano evangelico della Resurrezione che illumina tutti i momenti della serata. Quel terremoto "all'alba del primo giorno della settimana" per i discepoli, le donne per prime, ha significato che da quel momento, nella vita di fede, è il Risorto che va cercato, non più il Crocifisso e questo evento diventa annuncio e testimonianza di fede.
Ancora oggi, dice don Gianni, questo compito ineludibile della trasmissione della fede e dell'accompagnare compete particolarmente al mondo degli adulti, dei genitori, degli educatori, e, allora come oggi, esige quel "partirono in fretta" delle donne e dei discepoli.
"Accogliere, Ascoltare, Accompagnare": tre verbi fanno da filo conduttore a tutta la serata che viene
presentata con video, alcune diapositive e brevi testimonianze.
Iniziano gli accierrini della parrocchia di San Giorgio martire protagonisti di un video con interviste che hanno coinvolto gli adulti del territorio.
Emerge "dal loro andare" tutta la forza educativa di una comunità parrocchiale quando ascolto, accoglienza e accompagnamento sono stile di vita e realtà presenti nei percorsi formativi.
La parrocchia, famiglia di famiglie, è infatti capace di donare parole di senso e risposte di relazione, oltre che sostegno concreto, alle comunità familiari ferite e in difficoltà.
L'intervento di Agostino Siviglia ha arricchito la serata con un contributo significativo e interessante.
A partire dalla Costituzione della nostra Repubblica, egli sottolinea la dimensione sociale della famiglia, quella che si nutre di solidarietà ma è anche capace di aprire spazi di "operosità buona e proficua" e di servizio verso le famiglie del proprio "vicinato", territoriale e culturale, esercitando quella sussidiarietà che è valore umano e cristiano.
L'Avv. Siviglia si rifà anche a G.Toniolo, apostolo della famiglia, quella dai frutti buoni, quella che attrae ed educa, quella che vive come chiesa domestica e che , in quanto chiesa, è sempre "in uscita". E ci lascia una domanda: quanto le nostre famiglie di AC attraggono ed incidono sul cambiamento e sul progresso?
Poi uno "spazio di cultura": tre piccoli brani letti e accompagnati da diapositive e quadri d'autore e la serata si arricchisce di un momento suggestivo di grande coinvolgimento.
"Costruire una casa del cuore dove sognare e gioire ... basta sentire una frase ripetuta nella nostra infanzia per far ritrovare antichi rapporti ... far diventare normale l'amore per riscoprire la missione della famiglia...", sono i temi proposti, mentre scorrono le immagini dei quadri.
E' il tentativo di ricercare anche attraverso la pittura i contorni della famiglia che non sono mai definiti perchè essa non si può chiudere in linee diritte. A diverso titolo, infatti, tutti noi (genitori, figli, fratelli, nonni ...), ne facciamo parte. Per questo la famiglia ha linee sfumate, anzi una miriade di sfumature, nei colori e negli spazi, con una significativa dimensione di originalità e di apertura generatrice.
Un immancabile pseudo-test per movimentare un po' la serata, e poi l'ultimo intervento affidato a Carmine Gelonese, che, insieme alla moglie Annarita, partecipa al gruppo nazionale dell'area "Famiglia e Vita". Carmine ricorda l'attenzione che l'AC ha verso la famiglia e quanto questo tema sia presente nella vita e nella storia dell'Azione Cattolica, tanto che già nello Statuto del 1969, quello del dopo Concilio Vaticano II, alla famiglia dedica l'articolo n. 9, riconoscendone il ruolo e la responsabilità di soggetto di pastorale. Ha poi presentato il "Progetto Nazareth" che pone la famiglia di Gesù come modello significativo per le famiglie di oggi affinchè siano capaci di essere piccole Chiese, di sapere annunciare con la vita il Vangelo del'amore, di sapersi aiutare vicendevolmente attraverso percorsi, iniziative, suggerimenti che il progetto stesso propone.
LA SERATA!!! Un momento bello e coinvolgente, un ventaglio di sollecitazioni, di stimoli, di riflessioni, di incontri, e, perchè no, di sfide che hanno arricchito i presenti e che forse lascerà un pò di rammarico in chi non è potuto esserci.
Grazie a tutti.
Lina Lazzarino
Equipe diocesana Adulti di Ac