L’Azione Cattolica promuove un’ importante riflessione sulla famiglia attraverso le voci di Pina e Franco Miano.
Oggi, più che in altri momenti, la famiglia attraversa uno snodo storico particolarmente significativo (non solo sul fronte legislativo ma anche su quello più propriamente sociale) e si pone al centro di un dibattito civile ed ecclesiale vivo, ricco di sfaccettature, per nulla scontato né etichettabile.
L’Azione Cattolica diocesana, desiderando rispondere al suo specifico compito di educazione e accompagnamento alla vita cristiana, ha messo in agenda l’incontro formativo dello scorso 8 febbraio proponendo ad educatori e responsabili un serio approfondimento sul tema della famiglia, in continuità con il lavoro di studio e confronto avviato dalla nostra arcidiocesi in occasione del Sinodo dei Giovani e coltivato durante tutto l’anno pastorale.
L'Ac ha deciso di raccontare quanto la famiglia stia a cuore alla Chiesa attraverso due ospiti speciali, amici di lunga data della nostra associazione diocesana: Pina De Simone e Franco Miano, l'unica tra le 18 coppie di sposi presenti ai lavori del Sinodo a parteciparvi in qualità di 'esperti'. Lei insegna Filosofia della Religione alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, lui, è stato a lungo presidente Nazionale dell'Azione Cattolica, e ora è docente di Filosofia Morale all'Università Tor Vergata di Roma. Pina e Franco sono sposati da 26 anni, hanno due figli e sono da tempo al servizio della Chiesa con autentico stile di famiglia.
“ Ci siamo avvicinati a quest’esperienza ecclesiale con grande emozione– ha esordito Pina - e il tempo tra i due Sinodi (quello straordinario dell’ottobre 2014 e quello ordinario tenutosi ad un anno di distanza dal primo) è stato ricco di Grazia, di incontri, persone, esperienze, storie… ricco di una riflessione che ha visto il coinvolgimento ampio di tutto il popolo di Dio”. Dalle sue parole emerge l’immagine di un Sinodo che ha trovato la sua forza nel metodo, nello stile di lavoro prima ancora che nei contenuti: si è camminato insieme valorizzando le domande di senso che albergano nel cuore di ciascuno, si è promossa la speranza e puntato sul vero bene, si è reso lode per questo tempo (cosi pieno di fatiche evidenti e di lacerazioni ma nel quale il Signore fa sentire la sua vicinanza) e, su invito del Santo Padre, si è parlato con franchezza e ascoltato con umiltà.
Ma vi è di più: il Sinodo ha proposto di adottare uno sguardo che vada oltre l’evidente problematicità e il facile catastrofismo cogliendo il crescente desiderio di famiglia presente nel nostro tempo; le difficoltà non possono e non devono avere l’ultima parola davanti alla capacità di raccontare, con linguaggio nuovo, la bellezza dello stare insieme. Di fronte alle tante fragilità ma anche alla forza di questo desiderio, la nostra Chiesa ha avvertito la responsabilità di annunciare il Vangelo della famiglia intesa quale manifestazione più vera dell’Amore. “La famiglia è la più bella sfida di Dio – afferma Pina con voce decisa e appassionata - una sfida nella quale si rintracciano semi di vero bene; la famiglia è un sogno di pienezza perché al suo interno ciascuno ritrova se stesso e può crescere ... a partire dall’amore”.
Accompagnare, discernere e integrare: queste le tre parole chiave del Sinodo, a cui i coniugi Miano aggiungono l’ascolto.
“In questo Sinodo – interviene Franco- abbiamo vissuto un’esperienza forte di ascolto intenso, appassionato, a volte faticoso. Ma la fede stessa nasce dall’ascolto, l’annuncio nasce dall’ascolto perché si tratta di riconoscere sempre e ovunque il primato dell’amore di Dio”. Ascoltare diviene cosi lo stile da adottare ... uno stile che è forma e contenuto dell’ azione giacché corrisponde alla capacità di accoglienza e accompagnamento, di sostegno e vigilanza reciproca. L’aspettativa fondamentale che è nel cuore delle persone, è quella di una Chiesa che sappia continuare ad annunciare (ed annunciare con più forza in questo tempo) la bellezza dell’essere famiglia oggi. E’ un’aspettativa di bene, di amore. La famiglia è questo, vuole essere questo.
Nella sfida per l’evangelizzazione la Chiesa e le famiglie diventano allora alleate privilegiate, unite da un rapporto di stretta reciprocità che impone loro di parlare alla famiglia (e non della famiglia) scardinando gli schemi e cercando di incontrare lo sguardo di coloro che si fa fatica ad intravedere, la cui sofferenza sfugge ancora. Anche per questa ragione la pastorale deve essere ripensata a misura di famiglia: è necessario superare la logica di una progetto pensato "per parti" e promuoverne uno comune che superi i particolarismi e gli individualismi. Non bastano i corsi di preparazione al matrimonio. Accogliere e sostenere le famiglie vuol dire fare delle famiglie il criterio per ripensare la pastorale, i tempi, i luoghi, le domande. Vuol dire, per la Chiesa, riscoprirsi famiglia di famiglie intensificando l’opera di educazione all’affettività; in ciò, la popolarità e la forte tendenza all’unitarietà che contraddistinguono la nostra Azione Cattolica devono essere espresse e messe al servizio della Chiesa. Ancor di più e con maggior forza.
“La sfida fondamentale– ribadisce Franco- riguarda il modo di intendere le relazioni e per certi versi la possibilità stessa della relazione”. La famiglia sembra essere investita della difficoltà di vivere rapporti autentici, appare segnata da un senso di precarietà e di frammentarietà oltre che da una certa tendenza alla privatizzazione; per queste ragioni, ha bisogno di riscoprirsi come “realtà di relazione dentro una rete di relazioni”. La sfida è certo impegnativa e la riflessione non chiama in causa soltanto i vescovi o gli operatori di un determinato settore della pastorale ma è estesa a tutto il popolo di Dio; un ruolo formativo fondamentale è assegnato ai laici, in particolare ai laici impegnati all’interno di gruppi, movimenti e associazioni che, come l’Ac, si ispirano alla famiglia e la portano nel cuore.
L’Azione Cattolica diocesana riparte dunque da qui, da queste parole cariche di speranza che accompaneranno il cammino intrapreso e guideranno i passi del percorso che innanzi si schiude.
Marcella Falcone
Responsabile Comunicazione Ac